Micosi

Farcino criptococcico da H. farcinosum

Eziologia

Histoplasma farcinosum è un fungo appartenente alla famiglia Ascomycota, divisione che comprende i funghi che producono spore in un caratteristico tipo di sporangio, detto asco (da https://it.wikipedia.org/).

È causa di linfangite contagiosa nel cavallo, su cui noi ci focalizzeremo, asino, muli e anche dell’uomo. È una patologia infettiva cronica caratterizzata da lesioni ulcerative e piogranulomatose generalizzate, oltre che da linfangite.

Viene classificata dall’OIE (Organizzazione Internazionale della Sanità Animale) dell’ex lista B delle malattie a carattere diffusivo.

Colpisce soprattutto i cavalli di età inferiore ai 6 anni in particolar modo quando la concentrazione degli animali è elevata. È endemica in molti stati africani, India e Pakistan (è diffusa nelle zone a clima caldo e umido), ma l’agente patogeno viene isolato anche nel bacino Mediterraneo.

Trasmissione

La modalità di trasmissione non è ancora stata ben chiarita: secondo Singh, 1965, il contatto con materiali infetti (anche spazzole, coperte…) tramite ferite cutanee è la forma più comune di infezione; zanzare che banchettano su ferite aperte di animali infetti si pensa possano essere un vettore nella trasmissione di H. farcinosum. Probabilmente, vi è anche un rischio al momento della monta se lo stallone è infetto. In alcune aree del mondo dove la criptococcosi è endemica, la stagione dei venti e delle piogge può favorire lo spostamento delle spore che vengono poi inalate dagli animali.

Per quanto concerne la patogenesi, il periodo di incubazione va da qualche settimana ai 12 mesi. Tramite i vasi linfatici, il fungo arriva ai linfonodi e, in taluni casi, può anche invadere gli organi interni.

Si possono osservare lesioni a livello di mucose respiratorie e congiuntivali.

Forme cliniche e sintomi

Abbiamo diverse forme di linfangite epizootica:

  1. Forma cutanea: è la forma più comune. Si ha una lesione granulomatosa iniziale ai vasi linfatici, che tende poi a ulcerare. Le lesioni si osservano principalmente agli arti posteriori, petto e collo; solo nei casi più gravi si può osservare un quadro generalizzato a tutta la cute. Le lesioni sono inizialmente indolenti e papulomatose, poi diventano grandi e irregolari col passare delle settimane. Non è una forma mortale (range di mortalità: 10%-15%), ma il cavallo deve rimanere a riposo a lungo perché le lesioni, con il passare del tempo, diventano molto dolorose.
  2. Forma oftalmica: è la meno frequente ed esita in congiuntiviti o infezioni del dotto nasolacrimale; raramente diventa una forma generalizzata.
  3. Forma respiratoria: è caratterizzata da lesioni che tendenzialmente si rilevano solo a carico delle vie respiratorie superiori. Le lesioni sono generalmente dei noduli di colore giallastro.
  4. Animali asintomatici: vengono identificati clinicamente per la presenza di lesioni fibrocalcifiche nei siti di infezione.

Da ricordare che all’esame obiettivo generale la temperatura corporea e altri parametri sono nella norma; fa eccezione il BCS che è basso (Review on equine epizootic lymphangitis and its impact in Ethiopia, Tagesu Abdisa).

I sintomi comprendono:

  1. Lesioni dolorose a livello cutaneo (remissione con cicatrizzazione dopo 2-3 mesi)
  2. Abbattimento del sensorio
  3. Riluttanza al lavoro
  4. Sinusiti
  5. Polmoniti
  6. Riniti
  7. Cheratocongiuntiviti
  8. Lesioni necrotiche e piogranulomatose
  9. Artriti, periartriti e periostiti nei casi più gravi
  10. Morte (rara)

Trattamento e RPV

La linfangite epizootica è una patologia cronica, raramente si risolve in poche settimane.

In Italia è una malattia sottoposta a denuncia dal RPV art. 135, qui sottocitato:

Nei casi di farcino criptococcico il sindaco ordina, in conformità del disposto dell’art. 10 del recente regolamento, l’isolamento degli animali ammalati ed il loro malleinamento al fine di escludere l’infezione morbosa.

Durante il periodo di isolamento e sino a guarigione accertata dal veterinario comunale, gli animali possono essere adibiti al lavoro da soli, ed a condizione che siano sottoposti a cura, che non vengano condotti a fiere e mercati, alla monta o ricoverati in pubbliche stalle ovvero trasportati a mezzo ferrovia, tranvie ed autoveicoli.

Il   trattamento   terapeutico   deve    essere    comprovato    da un’attestazione rilasciata al proprietario dal veterinario curante nella quale devono essere indicati gli estremi della denuncia del caso all’autorità comunale competente ed il metodo terapeutico adottato.

Bibliografia

Epizootic lymphangitis in horses: a review of the literature, F.K. Al-Ani

Review on equine epizootic lymphangitis and its impact in Ethiopia, Tagesu Abdisa

Regolamento di Polizia Veterinaria

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