Benessere animale Interviste

Il benessere del cavallo: paddock vs. box – intervista alla dott.ssa Giulia Caprifichi

Oggi vi porto l’intervista che ho fatto alla dottoressa Giulia Caprifichi, laureata in medicina veterinaria e master in etologia clinica veterinaria.

Il focus dell’articolo di oggi è l’importanza della socialità per il cavallo e, di conseguenza, la necessità della vita al pascolo in branco.

Per prima cosa, vorrei definire cos’è la socialità per il cavallo e quanto tempo dedica della sua giornata a stare effettivamente con i suoi simili.

La spiccata socialità del cavallo si esprime tramite l’aggregazione spontanea in branchi che condividono pascolo, riposo e attività. L’inclinazione alla convivenza sociale facilita cooperazione, aiuto reciproco, lotta contro i predatori e protezione della progenie.

Nella vita d un cavallo, quanto è importante il branco?

È un bisogno primario.

All’interno del branco, quali sono le principali dinamiche (in breve)?

I cavalli allo stato brado vivono in piccoli gruppi all’interno dei quali è possibile riconoscere modalità di aggregazione riferite al peer attachment, che indica la relazione che s’instaura fra individui che tendono a sincronizzare i propri comportamenti e condividere le risorse senza competizione. L’ordine di dominanza è mantenuto da un complesso linguaggio posturale e mimico-espressivo, mentre la stabilità sociale si basa sul riconoscimento del rango e sul rispetto degli spazi.

Se confiniamo un cavallo alla stabulazione in box, che ripercussioni può avere, sia dal punto di vista psicologico che fisico?

Il confinamento in box influenza negativamente i livelli d’interazione sociale e di espressione del repertorio comportamentale del cavallo che risultano impoveriti o assenti. La privazione di specifici moduli comportamentali genera situazioni di stress e sofferenza il cui epifenomeno è rappresentato, come ampiamente dimostrato, dalle stereotipie. Questi comportamenti ripetitivi ed afinalistici hanno importanti ripercussioni sia sulla salute fisica che sulla salute mentale dell’animale. 

In linea generale, perché ogni cavallo è diverso, come far avvenire la transizione box-paddock?

Qualsiasi transizione deve essere effettuata con gradualità, assicurandosi per ogni fase del processo che l’animale non manifesti disagio e irrequietezza prima di passare a quella successiva. Transizioni brusche possono portare a spiacevoli incidenti o ad una sensibilizzazione involontaria nei confronti dei nuovi stimoli. 

Secondo te, ci sono delle situazioni in cui tenere il cavallo in box tutela meglio il benessere dell’animale (escludendo situazioni patologiche per cui è necessario un ricovero)?

Dal punto di vista psicologico, quindi escludendo qualsiasi causa medica, ti direi solo nei casi di recupero comportamentale (ricollocamento, trasferimenti) in cui l’animale è talmente abituato al box per cui, nella fase iniziale del lavoro, l’ambiente box è l’unico in cui riesce a rilassarsi e questo lo potrebbe aiutare a familiarizzare con un nuovo ambiente. Ovviamente deve essere una situazione transitoria.

Bibliografia

Francia N, Borgi M, Collacchi B, Cirulli F (Ed.). Metodologie per la valutazione dell’idoneità e del benessere animale negli Interventi Assistiti con gli Animali. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2019. (Rapporti ISTISAN 19/4). 

Domestic Animal Behavior for Veterinarians and Animal Scientists, Sixth Edition. Katherine A. Houpt. © 2018 John Wiley & Sons, Inc. Published 2018 by John Wiley & Sons, Inc.

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