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Pneumologia

Asma equina: cos’è e come trattarla

Con i contenuti di oggi, io e Federica vi vogliamo parlare di una patologia molto diffusa nel cavallo, ovvero l’asma equina.

La diagnosi di certezza per l’asma equina e la relativa terapia può essere eseguita solo da un medico veterinario. Le presenti informazioni sono a puro scopo divulgativo.

L’asma equina è una patologia cronica, curabile ma non guaribile, in cui si possono riconoscere tre stadi di gravità: lieve, moderata e grave. Il trattamento e la prognosi dipendono dalla gravità della patologia, dall’attività del cavallo e dalla collaborazione del proprietario.

Più gli attacchi di asma sono ricorrenti, più la situazione si aggrava dando origine allo stadio terminale – e più grave – della malattia, la bolsaggine.

Cause e fattori predisponenti

E’ ormai appurato che lo sviluppo dell’asma equina è associato con l’esposizione ad elevati livelli di allergeni, di solito rappresentati dalle muffe, particolarmente abbondanti nel fieno ammuffito e in scuderie poco o per nulla ventilate.

Nel fieno ammuffito si possono andare a identificare oltre 70 tipi di diverse muffe, tra cui Aspergillus fumigatus, Faenia rectivirgula e Thermoactinomyces vulgaris. Queste muffe hanno un diametro veramente ridotto (inferiore ai 5 micron), dimensioni ideali per arrivare nelle profondità dell’albero bronchiale dove permangono e infiammano l’area.

I cavalli asmatici tendono a sviluppare un’iper-reattività sia nei confronti di allergeni specifici (come gli allergeni delle muffe) che aspecifi (polveri irritanti, esercizio fisico).

I segni clinici dell’asma, che vedremo in seguito, possono risolversi da soli (in pochi giorni o, addirittura, in poche ore) quando l’animale viene allontanato dall’ambiente in cui è stabulato e portato al pascolo: la gestione tradizionale del cavallo – maggior parte del tempo in box, pasti razionati, lettiera polverosa – favoriscono l’esacerbarsi della sintomatologia asmatica.

E’ importante ricordare che è stata dimostrata una forte predisposizione genetica (due regioni nei cromosomi 13 e 15) allo sviluppo dell’asma in alcune linee a sangue misto (i classici cavalli da salto e dressage) e nei lipizzani.

Patogenesi

Per quanto riguarda questo capitolo, voglio che rimangano impresse poche informazioni importanti: a differenza dell’asma umana, l’asma equina sembra essere mediata da un diverso meccanismo e, a sostegno di ciò, è ormai dimostrata l’assenza di una reazione immediata (15-30 minuti) dopo l’esposizione all’allergene (polvere), ma solo ritardata (5-8 ore).

A spiegare la cronicità di questa patologia – una volta sviluppata l’asma, l’animale rimane tale per tutta la vita; la terapia è volta al miglioramento delle condizioni di vita e alla prevenzione delle crisi asmatiche, non al recupero completo del cavallo – vi sono alcune modifiche anatomiche che portano poi a un’ostruzione delle vie aeree:

Fonte immagine: alamy.com
  • broncospasmo
  • accumulo di muco e detriti infiammatori
  • ispessimento della parete a causa dell’edema
  • iperplasia della muscolatura liscia
  • infiltrazione peribronchiolare di elementi infiammatori

Tutti questi elementi portano all’ostruzione delle vie aeree a cui consegue una resistenza al flusso, come abbiamo visto nell’articolo della scorsa settimana. Quindi, arriva meno ossigeno agli alveoli, che sappiamo rappresentare la zona di scambio dei gas: in termini tecnici, diminuisce il volume tidalico. Per compensare questa diminuzione, il cavallo aumenta la frequenza respiratoria. Per fare ciò, i muscoli hanno bisogno di ossigeno, che però è insufficiente per quanto detto prima. Si ha così una situazione di ipossiemia (basso livello di ossigeno nel sangue) e, nei casi gravi, ipercapnia (alti livello di anidride carbonica nel sangue).

Inoltre, per mantenere lo stesso volume tidalico, i cavalli dovrebbero anche far aumentare la pressione intratoracica: ciò però non avviene in espirazione e provoca un ulteriore restringimento espiratorio delle vie aeree e collasso delle stesse. Questo causa un’ulteriore sforzo durante l’espirazione che si traduce nella conosciuta bolsaggine.

Una delle possibili conseguenze dell’asma equina grave è l’ipertensione polmonare dovuta a un rimodellamento dello strato muscolare delle arterie polmonari. Questo comporta una riduzione del lume del vaso con aggravamento dello stato di ipossia. La somministrazione ci corticosteroidi sembra controllare il rimodellamento arterioso, ma altri studi sono necessari (Ceriotti et al., 2020)

Sintomi

La sintomatologia dipende molto dalla gravità della patologia. In ordine abbiamo:

  • tosse
  • heave line
  • intolleranza all’esercizio
  • tosse
  • scolo nasale mucopurulento (non sempre visibile)
  • anomalie all’auscultazione polmonare
  • letargia
  • narici dilatate
  • estensione di testa e collo
  • contrazione marcata dei muscoli respiratori durante l’espirazione
  • perdita di appetito
  • perdita di peso
  • ipertrofia dei muscoli obliqui
  • heave line
In questo video si può sentire la respirazione difficoltosa; inoltre, le narici si presentano fortemente dilatate durante l’espirazione
Ho caricato questo video perché guardiate soprattutto la forte discordanza della respirazione costo-addominale

Cliccando qui potete vedere una serie di video dedicati all’asma.

La temperatura rettale di solito è normale; tuttavia, può aumentare in cavalli con stadi avanzati dell’asma durante la stagione estiva in relazione a complicanze batteriche secondarie o, più facilmente, per l’enorme sforzo muscolare dovuto alla respirazione difficoltosa.

Diagnosi

La diagnosi di certezza per l’asma equina e la relativa terapia può essere eseguita solo da un medico veterinario. Le presenti informazioni sono a puro scopo divulgativo.

La storia clinica del cavallo e un accurato esame fisico sono fondamentali per diagnosticare l’asma equina. Durante l’esame clinico solitamente si osserva:

  • aumento dello sforzo respiratorio
  • stridore
  • aumento dello sforzo espiratorio dovuto al collasso delle vie aeree in espirazione
  • respirazione asincrona
Fonte immagine: michaelporterdvm.blogspot.com. Si osserva l’accumulo di muco in trachea

Ovviamente, questo non basta per fare una diagnosi definitiva, in quanto molte sono le condizioni che potrebbero presentare la stessa sintomatologia (pneumotorace, masse, ernie diaframmatiche…). Si procede quindi con l’endoscopia per valutare la presenza di muco nelle vie aeree, edema e arrossamento delle pareti. Generalmente si possono fare dei lavaggi tracheali o la BAL per preparare un citologico e osservare le cellule presenti.

Generalmente si osserva:

  • aumento dei neutrofili
  • presenza delle spirali di Curschmann (filamenti di muco avvolti a spirale che riproducono la forma del bronchiolo da cui derivano)
  • possono essere presenti dei batteri, che però non giocano alcun ruolo nella patogenesi dell’asma
Fonte immagine: pinterest.it. Spirali di Curschmann

Trattamento

La diagnosi di certezza per l’asma equina e la relativa terapia può essere eseguita solo da un medico veterinario. Le presenti informazioni sono a puro scopo divulgativo.

Questa parte dell’articolo è stata scritta in collaborazione con Federica, vi invito a leggere il suo post su Instagram!

Lo scopo della terapia è di controllare l’infiammazione e ridurre il grado di ostruzione. Per fare ciò, bisogna seguire una triplice strada:

  • adattamento ambientale
  • cambiamento alimentazione
  • terapia medica

Il cambiamento dell’alimentazione e gli adattamenti ambientali sono i punti chiave. Senza questi, la terapia medica è fine a sè stessa.

Inoltre, il tipo di trattamento dipende anche della gravità della patologia e dall’attività del cavallo: in alcuni casi, le sole modificazioni ambientali e di dieta sono sufficienti per la remissione dei sintomi.

Ci tengo comunque a ricordare che è una patologia cronica curabile non guaribile, per cui bisogna essere sempre pronti a risolvere l’evento acuto.

I diversi link non sono affiliati o sponsorizzati, hanno il solo fine di mostrare un prodotto generico.

Adattamenti ambientali

In tutti gli studi citati in bibliografia viene messo in evidenza come tenere il cavallo al pascolo migliori la sintomatologia in una settimana e in circa 2 settimane si arrivi alla totale remissione dei sintomi. I cavalli tenuti al pascolo sono quelli che più raramente ripresentano l’evento acuto di asma.

In taluni casi può non essere possibile tenere il cavallo al pascolo, per cui bisogna adoperare alcuni cambiamenti per quanto riguarda

  • lettiera: generalmente si preferisce usare quella in paglia (depolverizzata o in lino) perché è la meno polverosa. In diversi studi viene anche citata la lettiera in carta, ma generalmente non viene molto apprezzata dai cavalli
  • ventilazione: si deve tenere aperta in maniera permanente la porta superiore del box e inserire, nella porzione inferiore del locale di stabulazione, una bocca di aerazione dotata di persiane (Bruce C. McGorum e R. Scitt Pirie, 2008)
  • i cavalli devono essere ricoverati il più possibile lontano da qualsiasi fonte di polvere organica
  • è fortemente consigliato allontanare i cavalli affetti dall’asma quando vengono puliti i locali
  • i cavalli possono essere allenati in quanto si ha broncodilatazione e aumento della clearance mucociliare

Cambiamenti nell’alimentazione

Anche l’alimentazione gioca un ruolo chiave: non fraintendetemi, non è la quantità né il tipo di alimentazione che deve essere modificata, ma la qualità.

Diversi studi dimostrano che la somministrazione del fieno bagnato non è sufficiente per ridurre le polveri, per cui è necessario pensare ad altre soluzioni, come il fieno wafer o il fieno depolverizzato.

Durante il cambio di stagione, che può essere problematico per questi cavalli, Federica consiglia di usare integratori alimentari come il Buran o lo Pneumo go.

Terapia medica

Il punto chiave della terapia medica è che deve essere considerata solo un’aggiunta al rigoroso controllo ambientale che viene fatto, che rappresenta il punto chiave del trattamento.

La terapia farmacologica ha lo scopo di controllare la crisi acuta qualora si dovesse verificare. In questo capitolo vedremo solo le classi di farmaci che vengono utilizzate (i principi attivi sono veramente moltissimi), il motivo del loro utilizzo, le modalità di somministrazione e i principali effetti collaterali

Broncodilatatori

Di solito associati ai corticosteroidi (vedi dopo) vengono somministrati per ottenere un sollievo immediato in caso di ostruzione delle vie aeree causata dal broncospasmo.

I broncodilatatori maggiormente usati sono i beta2-agonisti, gli anticolinerigici (soprattutto a scopo diagnostico vista la loro breve durata d’azione) e le metilxantine.

Questi farmaci possono essere somministrati anche per via inalatoria tramite diversi apparecchi (Equine aeromask™, Equinehaler™…), minimizzando così gli effetti collaterali (che comunque sono per lo più legati a sovradosaggi) e concentrando il farmaco dove serve.

Al minuto 1:04 potrete vedere come si utilizza l’Equine aeromask™

Corticosteroidi

Sono farmaci ad attività antinfiammatoria e sono spesso somministrati insieme ai beta2-agonisti per prevenire fenomeni di tolleranza di questi ultimi.

I loro effetti nel trattamento dell’asma sono:

  • diminuiscono la contrazione della muscolatura liscia alleviando il broncospasmo
  • inibiscono gli effetti delle cellule infiammatorie e dei loro mediatori
  • potenziano l’attività broncodilatatrice delle catecolammine
  • riducono la produzione di muco

Il loro utilizzo per via inalatoria non sembra essere così efficace; d’altro canto, la somministrazione per via endovenosa può portare ad alcuni effetti collaterali importanti come

  • immunosoppressione
  • cushing iatrogeno
  • laminite
  • soppressione della funzionalità della corteccia surrenalica

Gli effetti, benefici e collaterali, dipendono dalla dose utilizzata, dalla potenza intrinseca del principio attivo e dalla durata del trattamento. La somministrazione mattutina, con terapia a giorni alternati, sembra minimizzare la soppressione della corteccia surrenalica.

Altri farmaci utili

Per favorire la clearance, quindi la rimozione, del muco, possono essere utilizzati sia i beta2-agonisti che mucocinetici come l’N-acetilcisteina. Un tempo veniva usata anche l’overidratazione con soluzione salina isotonica; tuttavia, il ricorso a questa tecnica non è sempre efficace e ha importanti effetti collaterali quali dispnea e colica.

E’ assolutamente sconsigliato l’uso di antitussigeni in quanto la tosse è un meccanismo essenziale per la clearance delle secrezioni respiratorie.

Bibliografia

Current therapy in equine medicine di N. Edward Robinson

Equine nutrition and feeding di David Frape

Equine sports medicine and surgery, basic and clinical sciences of the equine athlete di Kaneps & Geor Hinchcliff 

Rassegna sull’ostruzione ricorrente delle vie aeree e sulla pneumopatia ostruttiva associata al pascolo estivo di Bruce C. McGorum e R. Scitt Pirie

Respiratory diseases of the Horse: a problem-oriented approach to diagnosis and management di Laurent Couetil e Jan Hawkins

Severe asthma is associated with a remodeling of the pulmonary arteries in horses di Serena Ceriotti, Michela Bullone, Mathilde Leclere, Francesco Ferrucci, Jean-Pierre Lavoie

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