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Anatomia Endocrinologia

Disfunzione della pars intermedia dell’ipofisi (PPID) o sindrome di Cushing

La PPID è una malattia endocrina degenerativa a decorso cronico e progressivo che colpisce prevalentemente gli animali anziani.

Anatomia e fisiologia

L’ipofisi è una ghiandola che troviamo all’interno della scatola cranica ed è composta da due strutture: l’adenoipofisi o ipofisi anteriore e la neuroipofisi o ipofisi posteriore.

La neuroipofisi deriva dal tessuto nervoso dell’ipotalamo, con il quale risulta essere in collegamento, mentre l’adenoipofisi può essere ulteriormente suddivisa in:

  • Pars distalis
  • Pars infundibolare
  • Pars intermedia

Per capire come si instaura la PPID nel cavallo, dobbiamo analizzare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. E’ un argomento molto complesso per cui, se ci sono domande o avete bisogno di chiarimenti, scrivete pure nei commenti.

L’ipotalamo non è altro che un insieme di nuclei nervosi: tra questi ritroviamo il nucleo paraventricolare da dove origina la via dopaminergica. Attraverso questa via, la dopamina inibisce le cellule (melanotropi) della pars intermedia dell’ipofisi. Questa inibizione porta a una riduzione della produzione della pro-opio-melanocortina (POMC), prodotta anche nella pars distalis (ma in questa sede viene tutta convertita in ACTH che stimola la produzione di cortisolo), mentre nella pars intermedia viene convertita, grazie a diversi enzimi, in diversi ormoni tra cui l’alfa-MSH.

Al contrario, abbiamo la via serotoninergica che stimola i melanotropi a produrre POMC.

Quello che accade nella PPID è che vi è un blocco nel controllo della via dopaminergica, probabilmente dovuto a degenerazione dei neuroni per stress ossidativo (lo stesso metabolismo della dopamina produce radicali liberi). Questo cosa comporta? Iperplasia, ipertrofia e, più raramente, adenomi della pars intermedia con aumento della produzione di diversi ormoni, come l’alfa-MSH ma non per forza dell’ACTH direttamente responsabile della produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali.

Quindi come si spiega nel cavallo l’aumento di ACTH e quindi del cortisolo?

Gli ormoni derivati dalla POMC potenziano l’effetto dell’ACTH prodotto dalla pars distalis (anche se è poco perché la sua produzione viene inibita dagli elevati livelli circolanti di cortisolo, questo perchè comunque il cortisolo circolante inibisce tutto l’asse sopra descritto).

La PPID o sindrome di Cushing nel cavallo

La PPID è una malattia endocrina degenerativa a decorso cronico e progressivo che colpisce prevalentemente gli animali anziani.

La causa è da ritrovare in un’eccessivo effetto dell’ACTH per mancato controllo inibitorio dopaminergico con aumento del cortisolo circolante. Spesso è associata a iperplasia e ipertrofia dell’ipofisi, più raramente alla formazione di adenomi ipofisari.

Sembra colpire più frequentemente i cavalli di media età ed anziani anche se, negli ultimi anni, si sta osservando questa patologia anche negli animali più giovani, probabilmente per una maggiore attenzione dei proprietari e per lo sviluppo di tecniche diagnostiche più avanzate rispetto al secolo scorso.

Sintomi e segni clinici

La sintomatologia è caratterizzata da:

  • Irsutismo
  • Perdita di peso, anche se nel cavallo giovane c’è la tendenza opposta, ovvero a prendere peso con deposito di grasso a livello del collo (Francesco Ferrucci et al., 2010)
  • Poliuria e polidipsia (aumento della sete e della frequenza di urinazione)
  • Iperidrosi (sudorazione profusa)
  • Scadente qualità del mantello
  • Xerosi cutanea (pelle secca)
  • Debolezza
  • Addome pendulo
  • Letargia
  • Perdita delle masse muscolari
  • Rigonfiamento delle fossette retrorbitali
  • Infezioni cutanee e/o sistemica recidivanti
  • Immunodepressione
  • Laminite cronica anche refrattaria ai trattamenti
  • Riluttanza al movimento
  • Aborto e infertilità
  • Permanenza in decubito
  • Lassità legamentosa
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Diagnosi e test di laboratorio

E’ una patologia dall’andamento subdolo e non sempre si possono avere tutti i rilievi clinici di cui sopra, motivo per il quale la diagnosi finale, anche ai fini del trattamento, viene fatta eseguendo una serie di esami di laboratorio:

  • Esame emocromocitometrico
  • Esame biochimico
  • RX per la laminite
  • Quando possibile, risonanza magnetica per valutare l’ipofisi

All’esame emocromocitometrico può venire rilevato il così detto leucogramma da stress e una lieve anemia (l’aumento del cortisolo circolante deprime la produzione midollare a scapito dei neutrofili, che aumentano).

All’esame biochimico si ha aumento della fosfatasi alcalina, enzima prodotto dal fegato a seguito di induzione da cortisolo, e aumento della glicemia.

La conferma viene eseguita con dei test dinamici specifici che mirano a valutare sia la quota di ACTH circolante (dosaggio basale di ACTH) che quella di cortisolo (test di soppressione a basse dose con desametasone overnight).

E’ importante tenere conto che l’ACTH ha andamento stagionale: i picchi si hanno nel periodo agosto-ottobre, mentre è più basso, fisiologicamente, negli altri mesi dell’anno. Per cui, quando vado a fare i test per l’ACTH devo tenere conto dei seguenti valori di riferimento:

NegativoDubbioPositivo
Agosto-ottobre (picco di ACTH)< 47 pg/mLTra 47 e 100 pg/mL> 100 pg/mL
Ottobre agosto< 29 pg/mLTra 29 e 50 pg/mL > 50 pg/mL

In Italiano non è ancora presente, ma si può fare anche un test di stimolazione con TRH in quanto questo ormone stimola il rilascio di cortisolo inibendo il controllo dopaminergico.

Viene eseguito anche un test di tolleranza al glucosio e una determinazione del rapporto glucosio/insulina in quanto questi cavalli possono instaurare un’insulino-resistenza che li predispone a sviluppare EMS.

Trattamento

La diagnosi di certezza per Cushing e la relativa terapia può essere eseguita solo da un medico veterinario. Le presenti informazioni sono a puro scopo divulgativo.

Una volta fatta diagnosi di certezza per Cushing, occorre:

  • Rivalutare la dieta, somministrando alimenti di ottima qualità e riducendo quanto più possibile i carboidrati. Viene spesso consigliato di ridurre l’accesso al pascolo, soprattutto durante il periodo primaverile e autunnale
  • Eseguire pareggio per la laminite, eventualmente associato a ferrature correttive
  • Trattamento con pergolide con dosaggio da valutare in base a risposta clinica e test periodici di dosaggio dell’ACTH

Il cavallo va assolutamente tenuto monitorato, in particolare si consiglia:

  • ACTH, glucosio, insulina ogni mese fino a individuare la dose di pergolide terapeutica per il soggetto, poi ogni 3-6 mesi, un controllo sempre nel periodo tra agosto e ottobre in quanto è il periodo di oscillamento che presenta dei valori di ACTH fisiologicamente più alti
  • Pareggio degli zoccoli periodico per prevenire laminiti
  • Corretta gestione dell’animale

Nei casi refrattari si associa la pergolide con ciproeptadina che è un antistaminico e, soprattutto, antiserotoninergico. La ciproeptadina, a lungo utilizzata, viene sconsigliata da sola in quanto troppa dopamina continua ad essere persa, e quindi non esercita il suo effetto, e il blocco del rilascio della serotonina non compensa.

Vediamo un po’ più nello specifico i vari aspetti terapeutici.

Terapia medica

Terapia medica con pergolide (Prascend®️): è un prodotto a uso medico-veterinario per cui è necessaria la prescrizione. Negli studi pubblicati in letteratura la dose media più comunemente citata è 2 mg/kg, ma va valutata in base alla risposta clinica e al dosaggio di ACTH. E’ consigliato somministrarla in qualche mL di acqua insieme a sostanze dolcificanti come la melassa (minime quantità, ordine di mg). Fra le potenziali reazioni avverse nei cavalli vi sono: sudorazione, inappetenza, anoressia e letargia transitorie, depressione, abbassamento del tono dell’umore, diarrea e coliche. Se si manifestano reazioni da intolleranza, deve essere sospeso il trattamento e chiamato il veterinario. Non somministrare in cavalli allergici al principio attivo o a qualcuno degli eccipienti e in animali con età inferiore ai 2 anni. Leggere attentamente il foglietto illustrativo prima dell’utilizzo (estratto dal foglietto illustrativo, per maggiori informazioni cliccare qui).

Management della dieta

Una dieta corretta è l’unico modo per trattare l’insulino resistenza e prevenire le laminiti.

L’ECIR afferma che il management della dieta dovrebbe basarsi su due pilastri:

  • sì dieta secca e priva di erba
  • no diete da fame (ovvero non tenere l’animale a stecco)

Oltre a un consulto medico-veterinario, si consiglia sempre di eseguire le analisi del fieno, periodicamente, al fine di poter aggiustare la dieta in relazione alle caratteristiche di questo.

Idealmente, il fieno dovrebbe essere povero in amido e zuccheri e dovremmo somministrarne circa 1,5-2% del peso dell’animale o del suo peso ideale. Inoltre, si consiglia sempre l’utilizzo delle reti da slow feeding in modo da garantire che lo stomaco del cavallo non sia mai vuoto.

In relazione alle analisi del fieno, si può pensare a:

  • supplemento di vitamina E in quanto migliora la risposta immunitaria
  • semi di lino in quanto ricchi di omega 3
  • sale in piccole quantità
  • magnesio
  • selenio se il fieno è carente di questo minerale

Esercizio fisico

Un altro metodo per combattere l’insulino-resistenza è quello di far svolgere all’animale del regolare esercizio: i muscoli al lavoro consumano molto glucosio senza sfruttare l’insulina. Sempre l’ECIR consiglia 20-30 minuti di lavoro al trotto di lavoro, poi da valutare in base alle condizioni dell’animale.

Vi aspetto le prossime settimane con due interviste in cui vedremo e discuteremo due casi di sindrome di Cushing!

Bibliografia

Sindrome di Cushing equina: risoluzione della sintomatologia in 2 soggetti trattati con pergolide, M. Sgorbini, M. Corazza, M. Maccheroni, D. Panzani, G. Ricardi

Diagnosi di un caso di disfunzione della pars intermedia dell’ipofisi (PPID) complicato da laminite endocrina in un pony Shetland, F. Ferrucci, E. Zucca, A. Boccardo, G. Stancari, B. Conturba, D. Zani, E. Ferro

Equine Cushing’s and Insulin Resistance Group Inc.

Equine endocrinology, F. R. Bertin, N. S. Fraser

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