Anatomia Ortopedia

Sindrome podotrocleare

Introduzione

La sindrome podotrocleare è definita come un complesso di patologie ossee, articolari, tendinee e legamentose della regione podotrocleare degli equini (mostrata in figura).

La regione in questione comprende:

  • Osso navicolare
  • Legamenti sesamoidei
  • Legamento anulare distale
  • Borsa podotrocleare

La borsa podotrocleare ha funzione di puleggia e scorrimento del tendine flessore profondo delle dita.

Fattori predisponenti e cause

Lo sviluppo dell’infiammazione alla borsa podotrocleare può essere favorita da:

  • Difetti di conformazione
  • Fattori ereditari (QH e alcune razze da tiro sono predisposti)
  • Errori di ferratura
  • Lavoro su terreni troppo duri

Generalmente sono colpiti gli anteriori dei cavalli da salto, in quanto vi è uno stress della regione in fase di ricezione dal salto.

Forme cliniche e sintomi

La sindrome podotrocleare si può presentare in diverse forme, ma quella ossea è la più frequente (per cui si parlerà di sindrome navicolare), per cui si ha infiammazione del navicolare, lesioni cistiche dello stesso e fratture. Possono poi conseguire infiammazione dei tendini, in particolar modo del flessore profondo che poi va a comprimere la seconda falange, e tensione sui legamenti.

Questo può causare riduzione del flusso ematico, stasi e riassorbimento del calcio con rarefazione dell’osso e dilatazione dei canali del margine distale, come si evince dall’immagine sottostante

La navicolite si manifesta come zoppia, spesso in forma bilaterale, che peggiora con il cavallo messo in lavoro. Si osserva poi una remissione temporanea a seguito di un periodo di riposo.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi di base è clinica e prevede:

  • Osservare il cavallo alle diverse andature
  • Palpazione strumentale dello zoccolo
  • Test di iperestensione delle falangi
  • Anestesia diagnostica perineurale

E poi viene confermata da TAC o RM.

La terapia è medica e l’approccio dipende da che strutture sono coinvolte, oppure meccanica, utilizzando ferrature correttive.

Il punto di vista del movimento barefoot

Per correttezza, riporto parola per parola quanto dice wikipedia.org sulla sindrome navicolare dal punto di vista del movimento barefoot.


Profilo di una donna con un maglione dolcevita ruggine e borsa bianca. Sta guardando in alto con gli occhi chiusi.

I membri del Barefoot movement, sulla base dello studio dell’anatomia dello zoccolo del Mustang in libertà e su crescenti evidenze dalla riabilitazione di cavalli domestici, sostengono un’ipotesi patogenetica del tutto diversa (vedi [1], tradotto in italiano in Alex Brollo su GeoCities, su it.geocities.com (archiviato dall’url originale l’11 agosto 2006)., e bibliografia riportata sul sito).

In breve:

  • Il corretto contatto del fettone con il suolo, assicurato dal fisiologico atterraggio sui talloni (heel-first landing) e dalla fisiologica conformazione della parte posteriore del piede, permette un’adeguata maturazione del cuscinetto plantare. Quest’ultimo, costituito nel puledro da tessuto fibroadiposo, si trasforma progressivamente in tessuto compatto, di tipo fibrocartilagineo, capace di proteggere efficacemente le strutture profonde dello zoccolo e di permettere un passo heel-first landing anche al cavallo adulto
  • Le condizioni innaturali di allevamento dei puledri domestici, accompagnate da un pareggio non fisiologico e seguite dalla ferratura prima del completo sviluppo dello zoccolo, impedisce la normale maturazione del cuscinetto plantare. Il cavallo sente fastidio alla parte posteriore del piede e tende a evitare l’atterraggio di tallone, abituandosi a un toe-first landing indotto anche da un anomalo breakover (stacco da terra), anch’esso correlato alla ferratura o al pareggio non fisiologico
  • Il toe-first landing comporta un elevatissimo stress meccanico al tendine digitale profondo, con infiammazione e fenomeni degenerativi connessi (alterazioni radiologicamente visibili dell’osso navicolare), con ulteriore aumento del dolore nella parte posteriore del piede che ostacola più seriamente un corretto heel-first landing e completo impedimento della maturazione del cuscinetto plantare; il circolo vizioso è così chiuso.

In base all’ipotesi patogenetica sostenuta dal Barefoot movement (v. sopra), è essenziale interrompere il circolo vizioso dolore – atterraggio di punta – stress al tendine – infiammazione e degenerazione osteoarticolare – dolore, e quindi mettere il cavallo nelle condizioni di poter eseguire un corretto atterraggio heel-first senza dolore, con la conseguente interruzione del trauma al tendine; interrotto il susseguirsi di danni meccanici, il piede può avviarsi alla guarigione spontanea delle lesioni conseguenti alla continua ripetizione del trauma. Con il tempo, con un adeguato pareggio, con l’uso di scarpette e con adeguato movimento su terreni adatti, la fisiologica stimolazione del fettone consente di completare la maturazione del cuscinetto digitale e di riabilitare il piede. Sia l’atterraggio heel-first, che il corretto breakover, che la riattivazione delle capacità naturali di guarigione del piede dall’infiammazione e dalle alterazioni degenerative richiedono, per prima cosa, la sferratura, ossia la rimozione della causa principale della malattia.


Purtroppo non sono riuscita a trovare le pubblicazioni che sono state fatte negli anni, vi lascio comunque il link di un sito utile: bitlessandbarefoot-studio.org

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